Concorsi e Riconoscimenti

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2021, secondo premio (Mondo subacqueo)

Seppiacquerello (Sepia officinalis)

Una bellezza ferma e in stallo, questa seppia che nuotava in una prateria di posidonia, irrompendo nel buio con il suo aspetto alieno. Da sempre amante delle immersioni notturne, continuo ad andare in una piccola baia, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo: una specie che non ho mai visto, un comportamento inusuale, o un ritratto di una specie comune realizzato con una tecnica particolare. Ecco perché ho deciso di usare un tempo di scatto lento e un colpo di flash per ottenere questo effetto “acquerello” sullo sfondo, isolando il soggetto per celebrarne l’indubbia eleganza.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2020, secondo premio (Mondo subacqueo)

Il cobalto dei fiumi (Austropotamobius pallipes, mutazione blu)

Il gambero di fiume italiano è minacciato da inquinamento, alterazione dell’habitat, bracconaggio e introduzione di specie aliene. La sua colorazione di norma è brunastra, più o meno scura, ma in rari casi può essere addirittura blu. Le cause di questa livrea bellissima sono diverse e ancora non del tutto chiare: questi gamberi possono diventare blu appena dopo la muta, ma in questi casi l’esoscheletro è morbido e tendono a rimanere nascosti in quanto vulnerabili ai predatori; dopo alcune ore, acquistano la normale colorazione. In altri casi, il colore blu è dovuto a fattori ambientali, come la dieta, ma secondo i ricercatori spesso si tratta di mutazioni genetiche. Di fatto, il colore bruno che si può osservare nei gamberi normali è legato a due pigmenti, l’astaxanthina e altri carotenoidi, e se l’individuo non è in grado di produrre la prima, si vede solamente l’emocianina, che è blu. In alcuni corsi d’acqua, come quello in cui ho realizzato questa immagine, la mutazione può essere lievemente più comune, ma in generale sono animali molto rari; la loro estrema bellezza li rende vulnerabili anche a bracconieri senza scrupoli, che li raccolgono per detenzione e vendita illegali.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2020, secondo premio (Mammiferi)

Invasione (Myocastor coypus)

Una delle grandi minacce per la biodiversità sono le specie aliene, tra i principali problemi dei tempi recenti; animali e piante introdotti, di fatto, tendono ad alterare gli habitat locali e le reti ecologiche, con forti impatti ed estinzioni di specie endemiche e fragili. La nutria è un bel roditore sudamericano, introdotto ampiamente in Italia, dove prospera nei fiumi e nei laghi, danneggiando argini, vegetazione e nidi degli uccelli acquatici. Anche se è poco timorosa fuori dall’acqua, è molto difficile avvicinarla nel suo elemento naturale. Fortunatamente, dopo alcuni anni con la mia idea in mente, ho trovato alcune nutrie confidenti che mi hanno permesso di realizzarla: in questo scatto split, che mostra i denti arancioni ricchi di minerali ferrosi, la zampa allungata in primo piano dà l’idea di avanzata e conquista da parte delle specie aliene, anche se non sono loro le vere colpevoli.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2019, secondo premio (Piante e funghi)

Precipitando (ninfee)

Mentre facevo snorkeling in un lago, sono stato rapito dalla bellezza sinuosa delle ninfee: i loro pezioli ricurvi mi davano l’impressione di precipitare verso il fondo, in una specie di ipnosi grafica.

Wildlife Photographer of the Year 2018 (BBC), vincitore di categoria (Natura in città)

Percorsi incrociati (Ursus arctos marsicanus)

Mentre guidava sugli Appennini, in un paese del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, l’attenzione di Marco è stata attirata da un movimento nell’ombra. Era notte fonda e non si trattava di un cervo, ma di un orso marsicano. Fermando l’auto, Marco ha spento le luci per non stressare l’animale; nonostante ci fosse abbastanza tempo per cambiare obiettivo, ha avuto poi solo un minuto per scattare attraverso il finestrino mentre l’orso usciva dall’ombra e attraversava la strada, sparendo nell’oscurità dei boschi. Anche se c’era poca luce, lo sfondo ha fatto la differenza, completo di poster sull’ecoturismo. La maggior parte degli orsi marsicani – una sottospecie isolata, mite e criticamente minacciata – sta alla larga dagli umani, ma pochi individui prima dell’inverno si avventurano nei paesi per mangiare mele e pere all’interno di orti e frutteti e accumulare grasso. Questo li mette a rischio di incidenti stradali, avvelenamenti e disturbo: sui social media sono sfortunatamente apparsi numerosi video di orsi inseguiti in auto per girare le immagini. Con solo circa 50 orsi rimasti, ogni perdita sarebbe un disastro. La coesistenza è possibile, ma solo se entrambe le parti mantengono le distanze di sicurezza. I recinti elettrificati attorno agli orti aiutano a tenere lontani gli orsi, e l’educazione può proteggere loro ed il turismo che attraggono.

Concorso Fotografare il Parco 2017, menzione (macro)

La fine? (Natrix tessellata vs Cottus gobio)

Wildlife Photographer of the Year 2016 (BBC), vincitore di categoria (Rettili e anfibi)

Il piccolo tesoro (Emys orbicularis)

La calura estiva della Sardegna aveva ridotto il fiume montano ad una serie di piccole pozze ma Marco, imperterrito, era entrato nell’acqua torbida. Il suo scopo – parte di un progetto per valorizzare la biodiversità degli ambienti d’acqua dolce – era l’elusiva testuggine palustre europea. A dispetto della distribuzione ampia in Europa centrale e meridionale, molte popolazioni sono in declino, minacciate da inquinamento, perdita di habitat e introduzione di specie americane competitrici. Individui con grandi quantità di giallo nella livrea sono anche molto ricercati dai bracconieri per il commercio illegale. Quando un malfunzionamento dei flash ha impedito a Marco di utilizzarli, la sfida è stata mantenere inquadrata la testuggine mentre scivolava sul fondo tra i giochi di luci e ombre, sollevando nuvole di fango. “E’ stato essenziale trasmettere il senso del luogo” dice Marco. Per questo ha scelto una inquadratura larga, che includesse la drammaticità dei raggi di sole in caduta attraverso gli spazi della vegetazione della riva, per illuminare un ritratto d’atmosfera.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2016, segnalato (Subacquee)

I tesori del fiume (Petromyzon marinus)

La lampreda di mare, dopo una vita a parassitare grossi pesci e cetacei succhiandone il sangue con la bocca a ventosa munita di dentelli, inizia una lunga migrazione per risalire i fiumi, dove costruisce un nido spostando fino a 10 kg di ciottoli e contrastando forti correnti, poi si accoppia e muore. Le larve, senza occhi, filtrano l’acqua per alcuni anni infossate nel sedimento, infine metamorfosano e migrano verso il mare. Si tratta di una specie difficilmente osservabile in Italia e molto minacciata dalla costruzione di dighe e altre alterazioni ambientali, un vero “tesoro del fiume”.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2016, vincitore di categoria (Altri animali)

Il covo (Emys orbicularis)

Un giorno mi sono recato su un fiume per poter fotografare le testuggini palustri. Sulla riva, ho constatato che la calura estiva aveva ridotto il fiume a poche pozze isolate sotto alcuni alberi: entro in acqua e vedo che un mio flash, ormai coperto di fango, smette di funzionare. Non potendo aprirlo per evitare allagamenti, ho deciso di concentrarmi sulla luce ambiente, molto drammatica a causa dei raggi di sole che filtravano dagli alberi della riva, ritraendo una testuggine in questo ambiente di luci e ombre dorate.

Concorso Festisub Neuchatel 2016, primo classificato (Acque dolci)

Nutria sott’acqua (Myocastor coypus)

BioPhotoContest 2015, segnalato

La marcia (Cervus elaphus)

BioPhotoContest 2015, segnalato

Minaccia allo specchio (Potamon fluviatile)

BioPhotoContest 2015, segnalato

Il gioiello (Salamandrina perspicillata)

BioPhotoContest 2015, segnalato (scelto come copertina del libro)

Guizzo (Ichthyosaura alpestris apuana)

Concorso “Fotografare il Parco 2014”, menzione (macro)

Il decollo (Lucanus cervus)

Sono sempre stato colpito dalla forma iconica dei maschi di cervo volante, e in questo caso ho deciso di ritrarne uno in silhouette durante il decollo.

Festival Mondial de l’Image Sous-Marine 2014, Plongeur de Bronze (Portfolio)

Paludi e squame

Un portfolio di dieci immagini per mostrare la bellezza di alcune specie di rettili e anfibi italiani che vivono nei fiumi, nei laghi e nelle paludi, un patrimonio da ammirare e salvaguardare (Rana temporaria, Bufo bufo, Emys orbicularis, Hyla intermedia, Triturus carnifex, Lissotriton vulgaris, Natrix tessellata).

GDT European Wildlife Photographer of the Year 2013, segnalato (Altri animali)

Foglia in fiamme (Phalangium opilio)

Una notte, mentre dormivo, ho sognato di realizzare una fotografia ad una foglia metà azzurra e metà arancione, con un animaletto sopra (non ricordo quale). Così, al mattino, mi sono svegliato, sono andato sul campo e l’ho realizzata: il risultato è una foglia che “brucia di luce”, con un piccolo opilione che riposa sopra di essa… Sono stato particolarmente attratto dall’idea di creare un forte contrasto tra le due metà cromatiche, ottenuto con un particolare uso dell’illuminazione. Le ondulazioni della foglia hanno permesso poi alle due luci di seguire percorsi differenziali e creare contaminazioni e “fiamme”.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2013, segnalato (Composizione e forme)

Chiocciola guardastelle (Marmorana serpentina)

Poiché volevo creare uno sfondo particolare in una foto macro, ho pensato di usare dell’acqua, ottenendo delle scie simili a stelle cadenti dietro ad una chiocciola illuminata in trasparenza.

Concorso "Fotografare il Parco 2012", terzo classificato (Macro)

Mosaico verde (Olios argelasius)

Di notte, i predatori che tendono agguati alle loro prede possono fornire spunti interessanti. In questo caso, un ragno su una foglia mi ha ricordato un delicato mosaico verde.

Concorso “La Scienza in mostra” 2012, Università degli Studi di Milano, vincitore di categoria insieme a Matteo Di Nicola (Portfolio)

Questo portfolio ha lo scopo di mostrare (e valorizzare) la bellezza delle vipere italiane. Da sempre vittime di pregiudizi e uccisioni indiscriminate, sono etichettate di pericolosità e al centro di leggende popolari, quando in realtà si tratta di animali schivi e timidi. In questo lavoro vengono presentate tutte le quattro specie italiane, spesso poco conosciute, ma di certo costituenti un importante tassello della fauna della nostra penisola (Vipera aspis atra, Vipera ursinii, Vipera ammodytes, Vipera berus e Vipera aspis francisciredi).

Concorso “La Scienza in mostra” 2012, Università degli Studi di Milano, vincitore di categoria (Flora)

Trappola appiccicosa (Drosera rotundifolia)

Nonostante siano poco conosciute, le piante carnivore nostrane non hanno nulla da invidiare a quelle tropicali in quanto a bellezza: Drosera rotundifolia, per esempio, cattura le proprie prede grazie a goccioline appiccicose sulle foglie modificate.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2012, segnalato (Composizione e forme)

Il musicista (Diptera sp.)

Un piccolo dittero, appeso alle lamelle eleganti di un grande fungo, in un giorno di nebbia tra i boschi. Nella sua posizione contorta, mi ha ricordato un musicista col suo pianoforte, gli arti allungati nel tentativo di raggiungere i tasti giusti.

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2012, segnalato (Altri animali)

Nell'arancione (Ischyropsalis sp.)

Questi opilioni sono interessanti per via dei loro cheliceri molto sviluppati a forma di pinza, usati per predare altri invertebrati. Ho ritratto un individuo tra le muffe arancioni sfuocando per far risaltare i suoi “armamenti” tra i colori caldi.

 

Veolia Environnement Wildlife Photographer of the Year 2011 (BBC), vincitore di categoria (Ritratti animali)

Sinuosità (Natrix natrix)

Una femmina di natrice dal collare attende immobile nei pressi di un torrente. L’acqua scorre tra i ciottoli e le pietre, levigandoli in un abbraccio liquido. Radici rossastre e nodose sporgono dalla riva. I serpenti sono soggetti bellissimi, anche se a volte difficili da incontrare; le natrici dal collare possono essere osservate lungo i corsi d’acqua e i laghi in Italia e in altri Stati europei, e sono caratterizzate da una bellissima livrea. Si nutrono principalmente di anfibi, come i rospi, ma anche pesci e piccoli mammiferi. Questo fantastico individuo era a suo agio tra le rocce sul piccolo torrente, e ho deciso di usare un cavalletto per avere uno scatto del serpente immobile con l’acqua in movimento, in questo angolo che mi ha ispirato per la presenza di ciottoli lisci e radici contorte.

GDT European Wildlife Photographer of the Year 2010, segnalato

Scorpione e fiamme (Euscorpius concinnus)

Licheni arancioni e bianchi su una pietra. Un rapido movimento, e uno scorpione in corsa (Euscorpius concinnus) diventa una sagoma scura, che attraversa un muro di fiamme, un fuoco simbolico, che richiama quelli veri i quali, purtroppo, divorano e straziano la macchia mediterranea ogni estate. Il fuoco è una componente naturale di molti ecosistemi terrestri, ma gli incendi dolosi sono notevolmente aumentati negli ultimi anni. Questo esemplare è rimasto illeso dalle “fiamme di luce”, ma che sarà della biodiversità persa durante gli incendi?

Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2010, vincitore di categoria (Altri animali)

Cromatismi in corsa (Calosoma sycophanta)

Iridescenza e velocità: piccolo gioiello in rapida corsa tra asperità calcaree. Il fluire dei colori, plasmato dall’incidenza della luce sul coleottero, risalta infine su uno sfondo pressoché bicromatico, ma solo l’immaginazione potrebbe restituire il suono dei tarsi frenetici sul suolo. Iridescenza e velocità, impalpabile connubio del microcosmo.

Concorso Photonaturae 2009, segnalato

Nell'erba (Hepatica nobilis)

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere occhi nuovi”, scriveva Marcel Proust. Muoversi in un bosco, sott’acqua o su una scogliera per ritrarre gli organismi che li popolano è abbandonare il punto di vista umano e assumere quello del soggetto rappresentato, indossare i suoi occhi, seguire il suo sguardo, in una continua metamorfosi cognitiva culminante con innumerevoli benefici per i sensi. Così ho incontrato questa Hepatica, nell’erba.